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Giro d'Italia 2020: il riepilogo

È stato il Giro dei giovani con Geoghegan Hart vittorioso su Hindley, Kelderman e Nibali gli sconfitti. Démare prevale su Sagan.
26 Ottobre 2020

I VINCITORI

Tao Geoghegan Hart (25 anni) doveva venire al Giro per fare il gregario a Geraint Thomas, ma si è ritrovato con i gradi di capitano – e uno svantaggio da recuperare – dopo la tappa dell’Etna. Deve sicuramente ringraziare Rohan Dennis, capace di disintegrare l’intero gruppo sullo Stelvio e a Sestriere nella terza settimana, ma il resto è tutto farina del suo sacco. È andato fortissimo in salita vincendo due tappe sui suoi due diretti avversari, Kelderman e Hindley (24 anni), per poi regolare definitivamenti i conti con il solo australiano, l’ultimo rimasto a dare battaglia nella crono di Milano e piazzatosi secondo nella generale. Al londinese si uniscono Ruben Guerreiro (26 anni) della Education First, che ha dominato la classifica degli scalatori, e il più anziano Arnaud Démare (29 anni), che è stato l’incubo di tutti gli altri velocisti calando un poker eccezionale e variegato, poiché ha vinto sia nelle volate in cui aveva il treno sia in quelle dove era da solo, al fotofinish e distanziando i rivali di più di una bicicletta.

GLI SCONFITTI

Sarebbe profondamente sbagliato dire che Wilco Kelderman (29 anni) abbia buttato via un Giro, ma di certo non è sbagliato dire che ha buttato via l’occasione della vita visto come si era messa la corsa dopo la prima settimana. Gli sono mancate le gambe dove conta, in salita, e la quasi polemica con la squadra sul ruolo di Hindley ha fatto più danni all’australiano che a lui. Il podio è il suo miglior risultato in un grande Giro, ma per alcuni giorni ha assaporato la vittoria. Il nostro veterano, Vincenzo Nibali (35 anni) è l’altro sconfitto della generale. Il messinese ha forse sorriso quando Thomas e Yates (i due veri favoriti della vigilia) sono stati costretti ad abbandonare anzitempo ed effettivamente nessuno in questo Giro poteva vantare la sua esperienza. La sua squadra non è sembrata pronta, oltre a essere decimata per infortuni e problemi vari, ma anche lui non è mai apparso in palla, finendo dietro anche all’ex compagno Fuglsang. Alla fine, però, se si guardano i valori espressi in salita non è lui che sia andato piano, ma sono gli altri a essere andati più forte. Sul versante sprinter: Elia Viviani (31 anni) e Fernando Gaviria (26 anni), chi li ha visti? Démare ha vinto praticamente tutte le volate e già il numero zero accanto alla casella delle vittorie è un fatto negativo, ma facciamo fatica anche a trovarli piazzati nelle tappe a loro congeniali.

I PROPOSITIVI

Partiamo da João Almeida (22 anni), autore di una fantastica cronometro a Palermo che gli ha consentito di indossare la maglia Rosa a partire dal primo arrivo in salita sull’Etna per i quindici giorni successivi. Il portoghese l’ha tenuta finché ha potuto, ma poi ha avuto anche la forza di provare a risalire sul podio nella cronometro finale, fermandosi al quarto posto della generale. Altra prestazione stellare di un giovane è stata quella di Filippo Ganna (24 anni), vincitore di quattro tappe come Démare: tutte le prove contro il tempo e la fuga in Calabria. Oltre a essere il più forte cronoman al mondo, il piemontese ha dimostrato, alla sua prima apparizione al Giro, di saper andare forte in montagna. Merita una citazione pure Peter Sagan (30 anni). Lo slovacco ha perso tutte le volate contro il rivale designato Démare, ma è stato l’unico a provare a metterlo in difficoltà, ricordando anche che la squadra di Sagan, la Bora, permetteva al gruppo di arrivare allo sprint grazie al proprio operato. Quando ha capito di non poter vincere di velocità pura si è rimesso in gioco attaccando in fuga e vincendo una stupenda tappa in solitaria, chapeau.

I MOMENTI

Il momento davvero decisivo per quanto riguarda la generale è stato il Passo dello Stelvio. La Cima Coppi di questa edizione ha messo in chiaro i valori: bene Hindley, Geoghegan Hart e Kelderman; rimandati Almeida, Nibali, Fuglsang. Anche le cronometro hanno inciso, tra Valdobbiadene e Milano, Geoghegan Hart ha fatto la differenza rispetto all’unico uomo capace di tenerlo in salita. Per la ciclamino, invece, la tappa di Matera non è stata decisiva per i punti, ma per la botta psicologica che ha dato a tutti gli altri velocisti: Démare non si batte.

LA SQUADRA

Senza dubbio il team Ineos-Grenadiers. Una squadra che dopo il ritiro di Thomas sembrava orfana dei suoi obiettivi, si è messa a caccia di tappe e ci è decisamente riuscita portandone a casa 7 su 21, precisamente un terzo: quattro con Ganna, due con il vincitore Geoghegan Hart e una con Narváez. Basterebbe questo per eleggerla come squadra del Giro, ma se poi ci aggiungiamo la vittoria del londinese, che prende in corsa i gradi di capitano con i propri uomini a fare selezione in montagna, direi che non ci sia altro da aggiungere. Si erano presentati qui con un obiettivo differente i Groupama, ossia vincere le volate con Démare e fargli vestire la maglia ciclamino a Milano: pure loro hanno stravinto il proprio Giro.

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Stelvio Giro d'Italia Filippo Ganna Tao Geoghegan Hart Joao Almeida Jai Hindley Cronometro

Discussione

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18 Ottobre 2020
La vecchia guardia ha abdicato in maniera quasi imbarazzante, 'sti giovani sono incontenibili.
Dualduo
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18 Ottobre 2020
Che delusione Vincenzo :(
Lok0_0
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18 Ottobre 2020
Ma Démare che fa quel che vuole in volata?
Noiinteam
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18 Ottobre 2020
Ma certo, tutta la squadra per lui che cura solo le volate.
TalezH
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18 Ottobre 2020
Che dici, mica è solo questione di squadra, lui è stato bravissimo a vincere anche senza in alcune tappe.
Wildinside
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