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Giro d'Italia 2021: il riepilogo

Un Giro appassionante si chiude con i vincitori pronosticati, gli italiani con un emozionante Caruso e le Alpi ancora una volta protagonisti.
1 Giugno 2021

I VINCITORI

Nelle prime due settimane Egan Bernal ha dominato la corsa, mentre nell’ultima ha gestito il vantaggio, non solo per scelta tattica ma in quanto le gambe avevano un po’ smesso di girare. Un ragazzo che si presenta per la prima volta ai nastri di partenza del Giro e vince la classifica generale, già il secondo successo in carriera nei Grand Tours, non può che far bene al ciclismo e non vediamo l’ora di vederlo sfidare Pogačar e Roglič senza mal di schiena. Peter Sagan ha portato a casa la maglia ciclamino, inseguita dallo scorso anno e indossata fino all’ultima tappa senza strafare e senza accumulare i vantaggi monstre di quando dominava la classifica a punti del Tour de France. Gli avversari più accreditati hanno via via abbandonato, ma lui il suo l’ha fatto: vittoria di tappa, piazzamenti nelle volate e sempre pronto a scattare nei traguardi volanti a lui più congeniali.

GLI SCONFITTI

Con Simon Yates saremo forse un po’ ingenerosi, alla fine ha vinto una tappa alpina ed è giunto sul podio, ma le premesse erano ben diverse e solo i due obiettivi citati e portati a termine salvano il suo Giro. Resta il fatto che forse lui stesso avrebbe voluto qualcosa in più della terza piazza e, vada per Bernal, ma nelle sue aspettative non era certo dietro Caruso. Parziale delusione per Aleksandr Vlasov, dal quale ci aspettavamo qualcosa in più, soprattutto dopo l’ottimo inizio. Il quarto posto è un buon risultato per il russo, che chiude però a quasi sette minuti di ritardo dalla Maglia Rosa e, soprattutto, non si è mai visto attaccare con convinzione. Nella tappa dello Zoncolan ha messo la squadra a tirare salvo poi sciogliersi come la neve a bordo strada. Il fatto poi di aver fatto da “portamaglia” a Bernal non deve avergli aumentato l’autostima.

I PROPOSITIVI

Damiano Caruso è stato un grandissimo e in qualche modo inaspettato protagonista. Come ripetuto più volte su questo blog, si trovava al Giro per fare da gregario a Landa e forse partiva anche dietro Bilbao nelle gerarchie. Dopo la caduta del basco e le difficoltà di Bilbao si è ritrovato sempre con i primissimi negli arrivi in salita e si è regalato, regalandola anche a tutti noi italiani, una storia nella quale immedesimarci, guidando la truppa di corridori azzurri che hanno conquistato un terzo delle tappe di questo Giro: 7 su 21. Citiamo in questa sezione anche Daniel Martínez, sobbarcatosi insieme ai compagni l'imprescindibile lavoro di scortare Bernal dopo il ritiro di una pedina importante come Sivakov. L’altro colombiano della Ineos aveva una gamba eccezionale, caricando vocalmente Bernal nel momento più difficile e giungendo comunque quinto in classifica. Se avesse avuto strada libera, inoltre, avrebbe con ogni probabilità vinto pure una tappa.

I MOMENTI

Le tappe decisive sono state entrambe sulle Alpi e ne indichiamo due. La prima a Cortina d’Ampezzo, dove Bernal ha fatto letteralmente il vuoto: in quell’occasione ha guadagnato oltre due minuti su quello che alla vigilia e fino a quel momento era il rivale più accreditato, Simon Yates. Un Giro che in quel momento sembrava ormai chiuso, ma sull’Alpe di Mera abbiamo assistito ad un momento che, per poco, non è diventato decisivo: quando Yates è andato via, Bernal non è sprofondato grazie all’aiuto di Martínez e anche quello, involontario in quanto curava la sua classifica, di Caruso; forse se Yates e Bernal fossero stati uno contro uno il Giro si sarebbe davvero potuto riaprire.

LE SQUADRE

Senza dubbio la Ineos Grenadiers, che ha corso un Giro da dominatrice. Vittoria della Maglia Rosa e della Maglia Bianca, nonché della classifica a squadre. Alle due cronometro dominate da Ganna aggiungono le due frazioni vinte da Bernal, facendo della squadra inglese la compagine che si è aggiudicata più tappe. Ricordiamo, inoltre, il già citato quinto posto di Martínez nella classifica generale. Menzione anche per la Qhubeka Assos, che si è imposta in tre frazioni: dalla fuga in un arrivo in salita con Schmid, in volata con Nizzolo e nuovamente dalla fuga con Campenaerts.

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Peter Sagan Simon Yates Giro d'Italia Aleksandr Vlasov Egan Bernal Daniel Martinez Ineos Grenadiers Damiano Caruso Giro Corsa Rosa Alpe di Mera Team Qhubeka Assos Cortina d'Ampezzo

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